Il Cane Guida
Nel Museo Nazionale di Napoli, è custodito un
affresco risalente al paleolitico ritrovato in una villa romana di Pompei. È in
questa opera che possiamo trovare le prime testimonianze nella storia della
presenza di cani guida per non vedenti. È quindi evidente che da secoli i cani
aiutano i ciechi e gli ipovedenti nei loro spostamenti.
Il cane guida, come prima cosa è un cane, pertanto in quanto tale mangia, beve,
gioca, dorme, vuole le coccole, fa i bisogni e, solo dopo è anche una guida per
il disabile visivo.
Il cane è quindi come sappiamo, un fedele compagno di vita che si occupa nel
caso dei non vedenti, di accompagnarli nei loro spostamenti, di far loro evitare
ostacoli come pali, cartelloni, alberi, macchine parcheggiate male, moto o bici
lasciate sui marciapiedi, segnala scale adottando diversi comportamenti a
seconda se queste sono a salire o a scendere. Un cane opportunamente addestrato,
aiuta nella ricerca di strisce pedonali, semafori, panchine, scale mobili,
passaggi, ecc.
È opportuno comprendere però, che un cane guida, non è un navigatore satellitare
munito di gps, pertanto, è il suo conduttore disabile visivo che deve conoscere
i percorsi da effettuarsi, quali strade intraprendere, quando girare a destra o
sinistra, quando attraversare, ecc., il cane sostituisce gli occhi del non
vedente o dell’ipovedente, ma il senso dell’orientamento è il suo conduttore che
lo deve avere.
Proprio per questo motivo, prima di poter prendere un cane che faccia da guida,
bisogna essere autonomi nel muoversi in ambienti aperti, sapendo riconoscere
percorsi, strade da attraversare, svolte da effettuare per raggiungere un
determinato luogo, ed avere un buon senso dell’orientamento.
Le scuole di cani guida, infatti, prima di accettare le domande, chiedono
l’attestazione di frequenza di corsi di orientamento e mobilità da parte dei
richiedenti, sottoponendo comunque la persona a cui sarà destinato il suo amico
a quattro zampe ad un esame su strada da effettuarsi con il bastone bianco, in
cui il disabile visivo deve dimostrare di sapersi muovere con una certa
disinvoltura e di sapersi orientare.
Le razze di cani guida maggiormente utilizzate oggi per questo scopo sono
Labrador e Golden Retriver, fino a poco tempo fa, venivano utilizzati
esclusivamente Pastori Tedeschi, ma oggi si prediligono le prime due razze, per
la mansuetudine e la grande facilità della loro formazione.
Un cieco che passa dal bastone bianco al cane guida, deve cambiare il suo metodo
di movimento, il bastone bianco infatti, viene comandato direttamente dalla mano
di chi lo porta ed è quest’ultimo che deve ricercare eventuali ostacoli,
marciapiedi o scale affidandosi alla sensibilità del suo udito e del braccio che
tiene il bastone, mentre con il cane ci si deve affidare con fiducia a
quest’ultimo.
Dopo che si è instaurato un buon rapporto tra cane e non vedente, gli
spostamenti divengono enormemente più fluidi e veloci rispetto agli stessi
effettuati con il bastone bianco.
Occorre precisare anche che un cieco che transita su un marciapiede con il suo
bastone bianco, vuoi per ignoranza, vuoi per disagio da parte di chi lo vede,
suscita ancor oggi imbarazzo e in taluni casi pena, mentre lo stesso cieco che
transita con il suo cane, suscita curiosità, interesse ed ammirazione. Proprio
per questo il non vedente con il cane,è favorito nelle relazioni anche con gli
sconosciuti, i quali possono fermarsi a chiedere informazioni sul cane stesso o
sulle modalità di movimento della coppia, ecc.
Esistono dei veri e propri decaloghi per le modalità di comportamento da
adottarsi o meno, nei confronti di un cane guida quando sta lavorando. Il cane
infatti non deve essere distratto o disturbato per non mettere a rischio la
propria vita e quella del suo conduttore, pertanto chi incontra un cieco con il
suo cane non deve mai richiamare l’attenzione del cane con fischi o versi vari, non deve mai accarezzare il quadrupede senza aver prima chiesto il
permesso al disabile accompagnato, non deve mai dare da mangiare al cane, non
deve mai ostacolare l’andamento della coppia, ecc.
Il futuro cane guida, dopo lo svezzamento, viene dato alle così dette “famiglie
affidatarie”, sono questi dei nuclei familiari che a titolo gratuito, tengono il
cane e gli fanno condurre una vita normale fino a circa 12 mesi. A questo punto
il cane entra nella scuola ed intraprende 6 mesi circa di vera e propria scuola
di formazione. È solo al termine dell’addestramento che viene effettuata
l’accoppiata tra il cane ed il disabile visivo, si tratta di un accoppiamento
che si basa sull’altezza della persona e del cane, il peso dei due, la forza di
entrambi, la vita ed il luogo dove il cane dovrà andare, la compatibilità
dell’indole di entrambi, ecc. è solo a questo punto che il cane e il disabile
visivo, assieme all’addestratore trascorrono 2 settimane circa insieme, per
l’affiatamento, la conoscenza tra cane e cieco, e per avere tutte le nozioni per
poter essere autonomi sulle strade, nei mezzi pubblici, in centri commerciali,
ecc.
Alcune scuole di addestramento dei
cani guida per non vedenti, rimangono proprietarie dei cani stessi per tutta la
loro vita, altre per un anno, e formalmente, gli animali vengono dati ai ciechi
in comodato d’uso. Questo succede perché in caso qualcosa non vada bene al non
vedente, o nella malaugurata ipotesi che questi ci ripensi, il cane possa essere
riportato alla scuola dal disabile visivo senza alcun problema burocratico. Nel
periodo in cui il cane rimane di proprietà della scuola, questa può effettuare
controlli sul modo di come viene trattato l’animale, e in caso questo non sia
tenuto come dovrebbe, la scuola stessa può riprenderselo senza alcun problema.
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